• 041992757
  • info@studiobernardi.eu

Detrazioni del 36% e 55% più semplici

Detrazioni del 36% e 55% più semplici

Gli snellimenti introdotti dal decreto Sviluppo all’agevolazione Irpef del 36% sulle ristrutturazioni edilizie e a quella Irpef/Ires del 55% sugli interventi per il risparmio energetico non possono essere applicati retroattivamente applicando il principio del favor rei, almeno fino a quando ciò non sarà consentito ufficialmente dall’agenzia delle Entrate, tramite una circolare o una risoluzione.

Quindi l’eliminazione dell’obbligo di comunicare preventivamente al Centro operativo di Pescara l’inizio dei lavori e di indicare nelle fatture – valide per il 36% e il 55% – il costo della manodopera impiegata non vale per i lavori iniziati e per le fatture emesse prima del 14 maggio 2011, data di entrata in vigore dell’articolo 7, comma 2, lettere r) e q), decreto legge 13 maggio 2011, n. 70. Relativamente al costo della manodopera, le Entrate hanno anche confermato che la semplificazione si applica per tutte le fatture «emesse a partire dal 14 maggio 2011 (anche se evidentemente riferite a lavori o interventi conclusi in data anteriore)».

In linea con la circolare 13 maggio 2011, n. 20/E, risposta 2.1, l’Agenzia ha confermato che se un soggetto (familiare, comproprietario, eccetera) non è stato indicato nella comunicazione inviata al Centro operativo di Pescara e i suoi dati non sono indicati nel bonifico, può detrarre il 36% della quota delle spese che ha effettivamente sostenuto, a patto che, «per analogia con la procedura del 55%», annoti nella fattura, anche a penna, «l’entità della spesa effettivamente sostenuta da tutti i soggetti interessati».

Infine è stato precisato che per gli interventi di riqualificazione globale degli edifici esistenti (comma 344) e per l’installazione di cappotti verticali o orizzontali (comma 345) è necessario acquisire la certificazione energetica dell’edificio, di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, qualora introdotta dalla regione o dall’ente locale, ovvero, negli altri casi, un «attestato di qualificazione energetica». Ad esempio, in Lombardia i certificatori seguiranno la disciplina regionale, mentre in Veneto applicheranno quella nazionale. Questo documento non va inviato all’Enea, ma va conservato ed eventualmente esibito, a richiesta, agli uffici delle Entrate in caso di controllo formale (articolo 36-ter).

[Fonte: www.anacipadova.it ]

Andrea Bernardi

Termotecnico / Energy Consultant (heating and cooling) Un mondo ecologico è possibile ed è più facile di quel che si pensa! EV enthusiast, da 2014 sono un felice proprietario di un'auto completamente elettrica

Invia il messaggio

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.